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UN DONO DIVINO

IL VINO NELL’ARTE ANTICA

Da millenni il vino nell’arte è presenza che accompagna l’umanità nel rappresentare le sue virtù e le sue debolezze. Le virtù del vivere sapendo ottenere gioia dai frutti della terra fino a riuscire a comunicare con il divino, e le sue debolezze e sofferenze nell’immagine di un triste avventore al tavolaccio di un’osteria con accanto un bicchiere di vino. Il vino come ispirazione per letterati e poeti oppure, attraverso fregi e viticci, protagonista nelle decorazioni di suntuose residenze nobiliari, e ciò dall’addomesticamento della vite fino ai nostri giorni. Sarà il mondo antico ad influenzare in modo iconografico anche i secoli più recenti della storia dell’arte, dai riti dionisiaci al Bacco di Caravaggio fino al bar delle Folies Bergère di Manet ed oltre. E sarà sempre il mondo antico a riservare al prezioso nettare la massima considerazione e rispetto per il dono concesso dagli dei e successivamente, almeno per alcune religioni monoteiste, dall’unico dio all’uomo.

Nell’arte dell’antico Egitto era corredo funebre con decorazioni parietali all’interno delle tombe illustrando la cura della vite ed i lavori di vinificazione. Associato ad Osiride era presenza costante nel celebrarne il culto, i pergolati di vite abbellivano i giardini delle dimore di alto rango, vero e proprio simbolo di status sociale destinato ai più facoltosi visto l’alto costo, mentre era la birra più facilmente reperibile ad essere consumata dal popolo. Fenici ed Etruschi celebreranno il vino con vasi, anfore e crateri recanti decorazioni allegoriche dedicate, mentre nella Grecia classica il culto di Dioniso assurgerà il vino a simbolo divino offrendo analogo rango a colui che diventerà Bacco per il mondo romano. Nell’Iliade lo scudo di Achille forgiato da Efesto, quasi una rappresentazione del mondo, mostra un vigneto con i raccoglitori di grappoli accanto alla tenuta del re. Dioniso e Apollo saranno per Nietzsche le divinità contrapposte per l’ispirazione alla “nascita della tragedia” ma anche per classificare il “modus operandi” nel mondo dell’arte. La tradizione ebraica indica Israele come luogo di vigneti e vino, sinonimo di abbondanza. Noè sceso dall’arca, dopo il diluvio universale, pianta una vigna e produce vino. La vite, albero messianico, verrà mutuata anche nella cristianità e il pane e il vino saranno simbolo del mistero eucaristico. Nel Vangelo di
Giovanni è Gesù la vite vera e quindi la vera vita, e sempre nel vangelo il primo miracolo delle nozze di Cana, dove l’acqua verrà tramutata in vino, offrirà ampio soggetto iconografico al mondo dell’arte per molti secoli a venire.

UN DONO DIVINO
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